Limitare il riscaldamento globale: il ruolo della decarbonizzazione industriale

19 Luglio 2024

Il Report “Decarbonizzazione di imprese ed ecosistemi industriali. Stato dell’arte e sviluppi futuri”: strategie e azioni necessarie per azzerare le emissioni climalteranti e raggiungere l’obiettivo Net-Zero entro il 2050.

immagine di bosco con scritto obiettivo 2050 immagine di bosco con scritto obiettivo 2050

Salvare il Pianeta dal riscaldamento globale è una delle sfide più importanti e urgenti per l’umanità, anche se la finestra temporale per contenere l’aumento costante delle temperature si sta inesorabilmente esaurendo. Infatti, secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il riscaldamento globale deve essere limitato a 1,5°C sopra i livelli preindustriali per evitare conseguenze catastrofiche.

Per raggiungere l’obiettivo - previsto dall’Accordo di Parigi del 2015 e ribadito durante la COP 28 tenutasi lo scorso dicembre a Dubai -, nel 2021 la Commissione Europea nell’ambito del Green Deal ha varato una legge giuridicamente vincolante nei 27 Paesi UE (European Climate Law) volta a raggiungere la neutralità climatica (Net-Zero) entro il 2050, con “tappa intermedia” che prevede la riduzione delle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti generati dalle attività umane del 55% entro il 2030.

Il processo passa inevitabilmente dalla decarbonizzazione, che implica l’adozione di tecnologie innovative e “pratiche sostenibili” in grado di ridurre e progressivamente eliminare l’impiego di combustibili fossili (ad esempio carbone, petrolio e gas naturale), in favore di fonti energetiche rinnovabili come l’eolico, il solare, l’idroelettrico e l’idrogeno verde. I dati divulgati dall’Unione Europea nel 2018 e aggiornati a marzo del 2023, infatti, denotano come il settore energetico sia il principale responsabile delle emissioni di CO2 nell’atmosfera (80,7% del totale), seguito dall’agricoltura (8,7%), dai processi industriali (7,8%) e dal trattamento dei rifiuti (2,7%).

bosco incendiato bosco incendiato

Uno scenario nel quale la decarbonizzazione delle imprese e degli ecosistemi industriali è quindi cruciale per contrastare il surriscaldamento globale e garantire alle nuove generazioni un futuro più sostenibile. Inoltre, attraverso la decarbonizzazione – definibile come nuova rivoluzione industriale - le imprese che adottano pratiche sostenibili beneficiano di diversi vantaggi: mantenimento (o miglioramento) della competitività e della propria reputazione, sicurezza energetica in quanto non soggette alle fluttuazioni dei prezzi di gas e petrolio dovute al contesto geopolitico come accaduto recentemente con il conflitto russo-ucraino e, non meno importante, investimenti in innovazione tecnologica necessaria per la decarbonizzazione capaci di stimolare contestualmente la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Tuttavia, il recente rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) evidenzia come le politiche attuali non siano sufficienti per raggiungere questi obiettivi nonostante risultati apprezzabili tra il 2008 e il 2016, richiedendo pertanto una serie di azioni più incisive inserite all’interno di strategie per la decarbonizzazione fondamentali per il futuro delle imprese e dell’intera società.

In questo contesto Intesa Sanpaolo Innovation Center - nell’ambito delle attività legate al Climate Change e alla decarbonizzazione - alla fine del 2022 ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università di Bologna, con l’obiettivo di approfondire con una visione strutturata la situazione attuale e le opzioni disponibili per le imprese e gli ecosistemi industriali. Obiettivo che si è concretizzato con la redazione del report intitolato “Decarbonizzazione di imprese ed ecosistemi industriali. Stato dell’arte e sviluppi futuri”.

Il report, dopo aver fatto il punto della situazione per quanto concerne la decarbonizzazione a livello europeo e globale attraverso la presentazione di una serie di dati, indica diverse azioni che tutte le imprese - incluse PMI e microimprese come indicato nel rapporto redatto dal “High-Level Expert Group on Net-Zero Emissions Commitments of Non- State Entities” delle Nazioni Unite - dovrebbero intraprendere immediatamente tra cui:

  • Definire impegni Net-Zero e comunicare pubblicamente gli obiettivi di riduzione, verificati da terze parti, indicando obiettivi intermedi per il 2025, 2030 e 2035.
  • Impostare obiettivi comuni di riduzione delle emissioni per l'intera catena del valore, sia a breve che a lungo termine
  • Limitare l’utilizzo di crediti volontari dando priorità all’effettiva riduzione delle emissioni.
  • Eliminare l’uso di combustibili fossili e promuovere le energie rinnovabili.
  • Definire piani coerenti di transizione comunicandone pubblicamente gli obiettivi.
  • Allineare le strategie di decarbonizzazione aziendali agli obiettivi climatici globali attraverso l’adozione di target basati sulla scienza (STBi).
  • Investire nella protezione e rigenerazione degli ecosistemi naturali, eliminando la deforestazione e investendo su riforestazione e afforestazione.
  • Divulgare annualmente i dati registrati relativi alla riduzione delle emissioni e ai progressi verso gli obiettivi Net-Zero con strategie di comunicazione trasparenti.

Il Report approfondisce questi temi attraverso l’analisi delle strategie di decarbonizzazione e dei rischi collegati al clima, dettagliando le fasi del processo di decarbonizzazione, le tipologie di emissioni (incluse le Scope 3, ovvero quelle generate indirettamente dalle imprese lungo tutta la filiera produttiva che di conseguenza risultano di difficile “contabilizzazione”) e le diverse metodologie di decarbonizzazione oltre alla definizione dei target, affinché le aziende possano acquisire informazioni utili e concrete per avviare i rispettivi percorsi di decarbonizzazione in modo efficiente e strutturato.

Il position paper presenta quindi quattro gruppi di strategie di decarbonizzazione dei processi industriali che le imprese dovranno mettere in atto per mitigare i cambiamenti climatici, seguiti dalla precisa valutazione dei rischi (fisici e di transizione) da cui le aziende partono per sviluppare le predette strategie di adattamento riconducibili ai cambiamenti climatici.

Successivamente, il Report si sofferma sulle fasi di contabilizzazione delle emissioni, per poi approfondire le diverse tipologie di emissioni e le relative metodologie di misurazione con un focus sulle emissioni di Scope 3 e sulle azioni necessarie per ridurle anche attraverso esempi concreti, per poi fornire indicazioni sul processo di definizione e rendicontazione degli obiettivi GHG (Greenhouse Gas Protocol, ovvero le emissioni di gas a effetto serra) relativi e assoluti, illustrandone inoltre gli aspetti e i passaggi più critici.

Dopo la presentazione delle principali direttive internazionali e dei framework di riferimento per la misurazione di un percorso di decarbonizzazione, in conclusione il documento si focalizza sui tre settori industriali inclusi nella categoria “hard-to-abate” (particolarmente complessi rispetto all’abbattimento delle emissioni): produzione di acciaio, ammoniaca e cemento. Settori che nell’insieme emettono circa un quinto di tutta la CO2 prodotta dall'uomo, nei quali la decarbonizzazione è un processo particolarmente sfidante sia a causa dei volumi assoluti emessi, sia in ragione della carenza di tecnologie sostitutive necessarie per un futuro Net-Zero.