Perdita di biodiversità: la soluzione è l’economia circolare

29 Gennaio 2024
Circular Economy, Pubblicazioni, Report di Ricerca, Focus On

Presentato alle Gallerie d’Italia di Torino il report realizzato da AGICI durante il Workshop “Economia circolare e protezione delle biodiversità: strategie per una sfida globale” organizzato dall’Alleanza per l’Economia Circolare con il supporto di Intesa Sanpaolo Innovation Center

Venerdì 26 gennaio 2024 alle Gallerie D’Italia di Intesa Sanpaolo in Piazza San Carlo a Torino si è tenuto il WorkshopEconomia circolare e protezione della biodiversità: strategie per una sfida globale”, organizzato dall’Alleanza per l’Economia Circolare e AGICI con il supporto di Intesa Sanpaolo Innovation Center.

Un approfondimento tematico che, prendendo spunto dalla presentazione del reportIndustria, biodiversità ed economia circolare. Impatti delle attività economiche sulla biodiversità e possibili soluzioni di mitigazione” realizzato da AGICI, ha individuato nell’economia circolare la chiave per invertire il trend.

Alessandra Garzarella, direttrice dell’Area Economia Circolare di AGICI, ha sottolineato come negli ultimi decennila perdita di biodiversità ha segnato profondamente l’ecosistema, mettendo a rischio oltre un milione di specie animali e causando alterazioni al 75% delle terre emerse e degli ambienti marini”: un problema da affrontare urgentemente.

Focalizzato su sei settori economici cruciali (food, infrastrutture, trasporti, abbigliamento, energia e chimica), il paper pone l’accento sul legame tra biodiversità ed economia. Ad esempio, il degrado del suolo ha comportato una riduzione del 23% della capacità produttiva agricola, con oltre un milione di specie animali a rischio estinzione.

Per ridurre l’impatto sull’ecosistema ci sono diverse strategie che ogni azienda, in base al proprio posizionamento lungo la filiera, può attuare: dall’agricoltura rigenerativa, al riciclo meccanico e chimico fino alla selezione di imballaggi riciclabili o compostabili, che minimizzino la produzione di nuovi rifiuti. Passando alla riduzione dell’impatto delle attività antropiche sulla biodiversità, il report evidenzia come sia necessario ripensare la progettazione di beni, servizi e infrastrutture affinché sia possibile stimarne preventivamente gli effetti sull’ambiente lungo tutto il ciclo di vita.

Introdotto il rapporto, Monika Koncz-Mackenzie - Strategic Designer Manager della Ellen MacArthur Foundation (il più importante think-tank mondiale che promuove la transizione sistemica verso la circular economy) ha quindi spiegato come la perdita di biodiversità sia stata particolarmente marcata a causa del modello economico lineare. Tuttavia, cambiando i processi produttivi e le abitudini di consumo, si possono tutelare la biodiversità e gli ecosistemi grazie all’approccio rigenerativo proprio dell’economia circolare.

L’evento è quindi proseguito con due panel tematici a cui hanno partecipato rappresentanti delle società che costituiscono l’Alleanza per l’Economia Circolare (A2A Life Company, Aquafil, CDP, CIRFOOD, Costa, Enel, RFI, Gruppo Hera, Intesa Sanpaolo Innovation Center, MAIRE e Touring Club Italiano).

Copertina dell'evento dell'Alleanza per l'economia circolare Copertina dell'evento dell'Alleanza per l'economia circolare

Marco Farina, - Responsabile Valutazione e Sviluppo Progetti di A2A Ambiente - ha aperto il panel “L’ecosistema delle Imprese per la Circolarità” affrontando il tema della trasformazione dei rifiuti in materie prime seconde, portando quale esempio il biometano (che ha le stesse proprietà fisiche e chimiche del metano fossile) producibile trasformando in risorse cibo e altri scarti provenienti dalle nostre cucine. È quindi essenziale creare nuovi impianti e riqualificare quelli esistenti per trasformare i rifiuti in biometano e distribuirlo in quantità rilevanti.

Mariangela Cozzolino - Head of Circular Economy Competence Center di Cassa Depositi e Prestiti - ha quindi illustrato le linee d’azione dell’istituzione finanziaria, che ha avviato un percorso di trasformazione ampio basato sulla consapevolezza che in un contesto di crisi come quello attuale sia necessario guardare oltre la doppia dimensione rischio/rendimento, incorporando tutti i fattori della sostenibilità nel modello organizzativo e operativo aziendale per valutare la dimensione di impatto degli interventi.

A seguire, Nicoletta AntoniasResponsabile Infrastrutture Sostenibili di RFI – ha condiviso l’impegno del Gruppo FS nel promuovere un modello integrato di sviluppo infrastrutturale sostenibile in linea con la strategia europea e il PNRR, spiegando come porti benefici ai territori anche in termini di crescita e li renda più coesi, inclusivi e attrattivi.

Infine, Michela TarticchioResponsabile Qualità Sicurezza e Ambiente Servizi Energetici e Illuminazione Pubblica, AcegasApsAmga del Gruppo Hera – ha spiegato come il piano industriale (che si concluderà nel 2027) del Gruppo Hera si basa sui principi dell’economia circolare, con gli investimenti che si concentreranno su progetti ecocompatibili by design illustrandone brevemente alcuni avviati nel 2023.

Aprendo il panel “L’innovazione per chiudere il cerchio”, Massimiano TelliniHead of Circular Economy di Intesa Sanpaolo Innovation Center – ha evidenziato il ruolo sociale del Gruppo Intesa Sanpaolo, per cui l’impatto è una dimensione fondamentale nella lettura delle attività circolari. Ricordando il supporto di Intesa Sanpaolo per la crescita economica del nostro Paese, Tellini ha spiegato come, immaginando il futuro 10 anni orsono, “lo abbiamo voluto identificare con i trend dell’economia circolare”.

Per questo, oltre ad essere la prima istituzione finanziaria partner della Ellen MacArthur Foundation, il Gruppo ha dato vita alla società Intesa Sanpaolo Innovation Center, dedicata al presidio di temi di innovazione e centro di competenza per il Gruppo sulla Circular Economy. Tellini ha quindi specificato come l’economia circolare supera le teorie di sostenibilità in quanto rigenerativa by design, ovvero un settore in cui l’Italia è leader a livello globale.

Dal 2018 abbiamo messo a disposizione dei nostri clienti 14 miliardi di finanziamenti - ha aggiunto Tellini - che stanno attivando su scala globale progetti trasformativi innovativi in chiave circolare”. Per questo, dalla collaborazione tra Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory è nato il Circular Economy Lab, con l’obiettivo di accompagnare i clienti, gli imprenditori e il sistema educativo nel comprendere che è in atto un cambio di paradigma economico ancor prima che ambientale.

Cambiamento avviato dall’UE nel 2015 con il Circular Economy Package, erroneamente confuso a livello mediatico con il tema della gestione circolare dei rifiuti. “Ci troviamo al centro di un percorso che richiede di ragionare secondo logiche di business, economia, finanza e design, con una sfida da vincere per esprimere il potenziale del Made In Italy che va affrontata velocemente e insieme. Solo così, questa sarà un’altra sfida che l’Italia saprà vincere in sede europea”, ha affermato Tellini. Rammentando come il waste management è sì importante, ma solo quale primo passo nella transizione circolare che supera il concetto stesso di rifiuto trasformandolo in risorsa.

Maria Giovanna Sandrini - Chief Communication Officer di Aquafil – ha quindi illustrato le innovazioni che una multinazionale inserita nel settore chimico-tessile sta portando avanti, come la produzione di filo e polimeri per il nylon 6 utilizzato nella pavimentazione tessile, nell’abbigliamento e in altri elementi di design (ad esempio sedie, tavoli e occhiali da sole). Il percorso sostenibile di Aquafil, iniziato nel 2006, è proseguito con diverse innovazioni volte a trasformare i rifiuti, e si è sviluppato in ottica cross filiera attraverso un approccio sistemico nel quale ciò che è rifiuto per un settore può diventare risorsa per un altro, stimolando così collaborazioni tra settori diversi.

Infine Massimo Di Amato - Managing Director MyRemono, Gruppo MAIRE - ha chiarito come dal 2018 la multinazionale leader nella realizzazione di infrastrutture complesse in ambito petrolchimico, fertilizzanti e gas, attraversi una fase di riorganizzazione profonda: da un lato la realizzazione di infrastrutture impiantistiche; dall’altro lo sviluppo di Sustainable Technology Solutions. L’obiettivo del Gruppo è immettere nel mercato soluzioni sostenibili anche economicamente, riconoscendo inoltre l’importanza di un’evoluzione culturale nell’approccio ai rifiuti (da problema a risorsa).

Terminato il confronto, Giuseppe Nisi del Centro Studi per l’Economia Circolare di CONAI ha presentato le strategie circolari e le attività di punta predisposte dal Consorzio Nazionale degli Imballaggi per le imprese rispetto al packaging e al conferimento dei rifiuti riciclabili, declinate per settori merceologici. Silvia Grandi, Direttore Generale Economia Circolare del MASE, ha chiuso l’evento con le conclusioni istituzionali, illustrando le aree d’azione e le politiche operative del Ministero per promuovere l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile, entrato nella Costituzione dallo scorso febbraio