Imprenditoria femminile in Italia e nel mondo: nel 2023 crescono le innovatrici italiane

17 Ottobre 2023
startup, Focus On, Innovation

In Europa e nel Nord America imprenditrici e manager sono ancora poche in confronto all’Asia con ricadute negative sulle rispettive economie, ma nel nostro Paese le “research-preneur” sono sempre più numerose.

Per le donne fare impresa non è facile in tutto il mondo, con la strada per colmare il gap di genere ancora lunga - soprattutto in Europa e nel Nord America - nonostante segnali incoraggianti negli ultimi anni. In Asia la situazione migliora, con alcuni Paesi nei quali le imprenditrici sono più numerose degli imprenditori.

In Italia le aziende guidate da donne sono un quinto del totale (22,18%): dato in linea con la media europea (32%) e con il resto dell’Occidente ad eccezione del Regno Unito. Relativamente alle startup innovative le differenze permangono. Ad esempio negli Stati Uniti - patria dell’innovazione per eccellenza – il 71% delle giovani realtà imprenditoriali non ha donne nel proprio team, e il 57% non ne ha nella C-Suite (ovvero le posizioni di vertice come CEO, CTO e CFO).

In Cina, invece, due terzi delle startup innovative registrano presenza femminile nella C-Suite, e oltre il 50% nei consigli d’amministrazione. Nel nostro Paese, paradossalmente, le realtà innovative a prevalenza femminile sono meno di quelle “tradizionali”, sebbene uno studio realizzato da Boston Consulting Group denoti come le startup fondate o co-fondate da donne generino il doppio del ritorno sugli investimenti rispetto a quelle fondate solo da uomini.

Numerose analisi globali evidenziano inoltre come le giovani realtà innovative “rosa” hanno maggiori probabilità di attrarre investimenti, oltre a una spiccata comprensione delle esigenze del mercato trasformate in opportunità di business.

Come sottolineato da uno studio di McKinsey, se l’Europa riuscisse ad incrementare la presenza femminile nella forza lavoro in settori ad alto contenuto tecnologico fino al 45% (ovvero 3,9 milioni di donne in più entro il 2027), colmerebbe il gap di talenti ottenendo inoltre un incremento del PIL europeo fino a 600 miliardi di euro.

donne al lavoro in ufficio donne al lavoro in ufficio

L’imprenditorialità femminile in Italia: crescono le imprenditrici “innovative”

In Italia, dopo essersi rivelate più resilienti nel 2020 rispetto alle attività “maschili”, la rilevazione annuale dell’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e Infocamere restituisce una fotografia confortante: nel 2022 le imprese “rosa” sono state 6.000 in meno rispetto all’anno precedente nei settori tradizionali, ma considerando solo le startup i dati sono in crescita.

Infatti, tra il 2022 e il primo semestre del 2023 le giovani realtà innovative costituite anche da donne sono state 2.000, con crescita del 40% (+576) rispetto al biennio precedente. Il Cruscotto sulle startup relativo al primo trimestre di quest’anno pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy rileva come le giovani realtà innovative a prevalenza femminile (ovvero con quote di possesso e cariche amministrative) siano 1.924: il 13,7% del totale (14.029).

Le nuove startup innovative femminili sono attive in settori ad alto valore aggiunto come Intelligenza Artificiale, edutech, food-tech, turismo sostenibile e fintech, oltre a moda e design, salute e benessere, gaming e social innovation.
Inoltre, crescono le imprenditrici provenienti dagli ambiti di ricerca che hanno traslato le competenze acquisite in attività imprenditoriali. Un fenomeno in forte ascesa, con le research-preneur sempre più numerose.

ricercatrice lavora con robot ricercatrice lavora con robot

Problemi e ostacoli che frenano le iniziative imprenditoriali “rosa”

I principali ostacoli che frenano l’imprenditorialità femminile sono il persistere delle micro-discriminazioni di genere, la mancanza di formazione specifica per le donne, la scarsa propensione delle ragazze nello scegliere percorsi di laurea in materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), le difficoltà nell’accesso ai finanziamenti e quelle nel conciliare gli impegni familiari con le attività imprenditoriali.

 

Gli strumenti per supportare e valorizzare l’imprenditorialità femminile innovativa in Italia

I Governi e l'UE negli ultimi anni hanno supportato e incentivato nascita e crescita delle realtà imprenditoriali femminili con diversi strumenti, riconoscendo l’importanza delle attività “rosa” per la crescita socioeconomica dei Paesi membri. In Italia, la Missione 5 del PNNR (Inclusione e coesione) prevede lo stanziamento di 400 milioni di euro per finanziare almeno 2.400 imprese guidate da donne entro il 2026, di cui 700 nel 2023.

A cui si aggiunge Smart&Start Italia, che sostiene la nascita e la crescita delle startup innovative gestito da Invitalia con dotazione riservata alle startup “rosa” pari a 100 milioni di euro per la realizzazione di politiche orientate all’innovazione a sostegno dell’imprenditorialità femminile che eliminino le disuguaglianze sociali, economiche e territoriali.

Intesa Sanpaolo, inoltre, ha messo a disposizione un plafond da 500 milioni di euro per supportare a 360° l’imprenditorialità femminile e perseguire gli obiettivi del PNRR. 

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 Le iniziative di Intesa Sanpaolo Innovation Center per valorizzare le startup innovative femminili

Il Gruppo Intesa Sanpaolo si distingue per la promozione interna della gender equality, supportando concretamente l’imprenditoria femminile e le imprese che investono nelle donne con iniziative per dare risalto al ruolo cruciale che ricoprono nella crescita socioeconomica.

Ad esempio, il 21 giugno 2023 la sede di Intesa Sanpaolo Innovation Center al 31° piano del Grattacielo Intesa Sanpaolo a Torino ha ospitato il convegno APID, rete di imprenditrici torinesi che dal 1989 rappresenta le istanze delle donne d’impresa e delle PMI femminili del territorio.

Con l’obiettivo di stimolare la nascita di realtà innovative “rosa”, da tre anni Intesa Sanpaolo Innovation Center è sponsor del Premio GammaDonna: award nazionale che premia le imprenditrici, istituito nel 2004 con l’obiettivo di ridurre il gender gap attraverso scouting e valorizzazione del talento femminile.

Il Premio GammaDonna oggi è un vero e proprio percorso di valorizzazione, accelerazione ed empowerment dell’imprenditoria femminile innovativa e sostenibile – unico nel panorama italiano – che nel 2023 è stato vinto da Susanna Marcucci (CEO e founder di Alisea).

Oltre al primo premio - che permette di ottenere risonanza mediatica e accedere a percorsi di formazione, sessioni di mentoring & advisory ed eventi esclusivi di networking - le sette realtà finaliste si sono aggiudicate altri tre prestigiosi premi tra i quali il Women Startup Award di Intesa Sanpaolo Innovation Center per la startupper più innovativa (ambiti Smart City, Smart mobility, Life Science, Healthcare & Medical Devices, Bioeconomy, Media, Entertainment & Gamification, Fashion, Agri-food tech, Cleantech ed Energy).

Quest’anno il riconoscimento è stato assegnato a Cristiana Vignoli (AD di Hemera Pharma) grazie a un progetto biotech che mira a curare le lesioni midollari.