Fonte: Frost & Sullivan
Dai campi alle tavole: l’importanza della decarbonizzazione del sistema alimentare
Come l’innovazione può ridurre le emissioni di gas climalteranti nella produzione di alimenti e negli allevamenti intensivi, che rappresentano il 26% delle emissioni totali a livello globale
Il sistema alimentare è cambiato negli ultimi anni con l’aumento della popolazione mondiale e la conseguente crescita della produzione e dell’utilizzo di energia. In questo contesto, decarbonizzare anche il sistema alimentare rappresenta un passaggio fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici e, come previsto dagli accordi di Parigi sul clima sottoscritti da 200 Paesi durante la COP21 del 2015, è sempre più urgente adottare pratiche sostenibili in modo da ridurre le emissioni di gas serra generate dal settore.
L’impatto ambientale dei sistemi alimentari globali
Migliorare la nutrizione e promuovere l’adozione di pratiche agricole sostenibili per ridurre le emissioni di gas serra del settore
I sistemi alimentari di tutto il mondo - che comprendono i processi produttivi e quelli successivi all’allevamento come, ad esempio, la lavorazione e la distribuzione - contribuiscono infatti negativamente ad aumentare l’impronta delle emissioni di gas climalteranti, rappresentando oltre il 26% delle emissioni totali a livello globale. Nell’intera catena alimentare, peraltro, gli allevamenti di bestiame e di pesce (spesso intensivi) si distinguono in quanto ne sono i maggiori contributori.


Per rendere i sistemi alimentari più resilienti e sostenibili nel lungo termine, come previsto dall’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 dell’ONU denominato “Zero Hunger”, molti Paesi (non tutti) sono impegnati a migliorare la nutrizione e a promuovere pratiche agricole sostenibili.


Perché è fondamentale diversificare le proteine per elaborare una strategia che riduca la dipendenza dagli allevamenti intensivi
In questo scenario, la maggior parte dei governi nazionali sta valutando la diversificazione delle proteine intesa come una strategia per “costruire” sistemi alimentari con dipendenza ridotta dagli allevamenti intensivi. Ad esempio, nel 2023 l’UE predisponendo la “Strategia europea per le proteine” ha preannunciato un investimento pari a mezzo miliardo di euro volto a incentivare lo sviluppo di proteine innovative.
Quali sono le alternative in crescita volte a diversificare l’offerta proteica
Tra le alternative utili per diversificare l’offerta proteica caratterizzate dall’essere in una fase di crescita, rientrano le proteine derivate dagli insetti che stanno emergendo quale fonte di alimentazione degli animali, in virtù della relativa efficienza nutrizionale particolarmente elevata e, contestualmente, al basso impatto ambientale che le caratterizza.
Gli altri ingredienti alternativi includono proteine plant based come soia e cereali, con le proteine microbiche ottenute attraverso la fermentazione di microorganismi - tra cui funghi, lieviti e batteri – rappresentano un ambito di ricerca in forte crescita.


Fonte: Frost & Sullivan
Le principali sfide da affrontare per la transizione verso pratiche sostenibili
Costi, consumatori e contrasto al greenwashing
Le principali sfide legate alla transizione verso pratiche sostenibili riguardano i costi iniziali elevati per l'acquisto di nuove tecnologie, l'ammodernamento delle infrastrutture e la formazione del personale.
Inoltre, ottenere le certificazioni ambientali richiede tempo e risorse significative per rispettare i numerosi standard richiesti, complicando ulteriormente la complessità propria delle catene di approvvigionamento.
Per quanto concerne i consumatori, nel settore alimentare la domanda di prodotti sostenibili è spesso variabile, e il passaggio a metodologie agricole più ecologiche può comportare nelle prime fasi la riduzione dei rendimenti dei terreni oltre a interruzioni nella catena di approvvigionamento, con conseguenti difficoltà nella reperibilità dei prodotti e potenziali incrementi dei prezzi per i consumatori finali.
In questo contesto che unisce necessità e sfide trova origine il rischio di greenwashing, ovvero il dichiarare l’impegno orientato alla sostenibilità di facciata, con l’obiettivo di adeguarsi a una tendenza del mercato e coglierne le opportunità senza tuttavia adottare realmente pratiche ecologiche, non solo in ambito alimentare. Un fenomeno tanto deprecabile quanto diffuso, che determina la necessità di garantire la tracciabilità dell’intera filiera, partendo dalle metodologie produttive e dall’origine delle materie prime.
Come la tecnologia può rendere sostenibile l’agricoltura
Le soluzioni tecnologiche di mitigazione degli impatti determinati dalle emissioni partono dalle misure per il monitoraggio agricolo, come le tecnologie di raccolta dati da droni, satelliti, robot e sensori combinati con algoritmi di intelligenza artificiale. Questo approccio consente di stimare la resa dei raccolti, facilitare la selezione delle colture e prendere decisioni più informate in merito alla salute delle piante, alle fasi di crescita, alle condizioni ambientali e alla presenza di parassiti, riducendo così i rischi per gli agricoltori.
Nel monitoraggio del terreno, sensori e immagini satellitari forniscono preziose informazioni per analizzare i parametri del suolo come umidità e contenuto di nutrienti, riducendo altresì lo spreco d’acqua attraverso sistemi di irrigazione intelligenti. Sul fronte dell'approvvigionamento agricoli, poi, i biofertilizzanti e i biostimolanti sono l’alternativa naturale per migliorare la fertilità del suolo.
Come l’innovazione sostenibile può ridurre l’impatto ambientale in altri settori grazie all’economia circolare
L'agricoltura non è l'unico settore a beneficiare dell'innovazione sostenibile. Gli sviluppi e l’attenzione sono sulla valorizzazione degli scarti alimentari intervenendo su tutta la catena dalla raccolta, il trasporto, lo smistamento, il riciclo fino allo smaltimento finale. Questo approccio si inserisce nel paradigma della circular economy, un paradigma in cui i materiali sono reintrodotti nei processi produttivi grazie al riuso e al riciclo per generare valore.
Passando alle energie rinnovabili, la digestione anaerobica consente di trasformare i rifiuti organici in energia “pulita”, abilitando così la refrigerazione a basso consumo energetico. Infine, un altro ambito particolarmente interessante è rappresentato dalle tecnologie per il packaging intelligente, poiché possono prolungare i tempi di conservazione dei prodotti contribuendo così a ridurre gli sprechi alimentari grazie a imballaggi che includono elementi come gli assorbitori di ossigeno e di umidità.
Decarbonising the agrifood system, il report di Intesa Sanpaolo Innovation Center
La gestione dei rifiuti è importante per la riduzione dello spreco alimentare e con i residui poter produrre del compost oppure della bioenergia. Fondamentale anche il riciclo chimico avanzato che produce dei carburanti alternativi. Il Cross-Sector Report - Decarbonising the agrifood system, realizzato da Intesa Sanpaolo Innovation Center, esplora soluzioni innovative e modelli di business per decarbonizzare la filiera agrifood, analizzando tecnologie dell’Agricoltura 4.0, e approfondisce l’uso di energia rinnovabile in questo ambito
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curato da Intesa Sanpaolo Innovation Center - Innovation Intelligence