Cos’è l’ansia finanziaria e perché è un fenomeno ancora da studiare

6 Maggio 2024
Innovation Center, NS Lab, Applied Research, Focus On

L’ansia associata a decisioni di natura finanziaria è caratterizzata da sintomatologie specifiche ed è sempre più diffusa, con diversi aspetti ancora da indagare per riuscire a ridurla. 

Nella società contemporanea, quasi tutti hanno sperimentato una spiacevole sensazione chiamata ansia. Dall’attesa inquieta per i risultati di analisi mediche al primo giorno di scuola, passando per l’inizio di una nuova avventura professionale fino alla percezione di inadeguatezza in svariati contesti tra cui quello sentimentale, l’ansia – termine che trova origine nel verbo latino àngere la cui traduzione letterale è tormentare/soffocare – si manifesta più volte nel corso delle nostre vite.

La pandemia da Covid-19 e la successiva incertezza causata da un quadro geopolitico sempre più instabile hanno acuito il problema, che interessa un numero crescente di persone. Tuttavia, l’ansia di per sé non è patologica in quanto può aiutare ad essere focalizzati sulle nostre prestazioni ed evitare di coglierci impreparati davanti ad eventuali imprevisti.

Le difficoltà insorgono quando la sensazione di irrequietezza diventa eccessiva, provocando reazioni che vanno dall’assenza di lucidità al restare bloccati davanti a situazioni inattese e difficili. In questi casi emergono pensieri negativi che tolgono serenità e si riflettono nella valutazione dell’ambiente in cui viviamo, nelle scelte e nei comportamenti.

Una condizione complessa da gestire senza supporti esterni, che si manifesta anche in ambito economico ed è definita “ansia finanziaria”. Una situazione frequente e diffusa che consiste nell’associazione di una sensazione di ansia con le decisioni di natura finanziaria. Spesso, infatti, l’ansia accompagna tali scelte, ma non influisce negativamente sul comportamento economico e sul nostro benessere; mentre in altre occasioni può portare ad una sintomatologia tipica dei fenomeni ansiosi. Ma quando il fenomeno diventa oggetto di analisi clinica esulando dalla naturale preoccupazione relativa agli investimenti?

In particolare, l’ansia finanziaria viene definita come una sindrome psico-sociale, che si manifesta quando un soggetto mostra un atteggiamento ansioso nel pensare, gestire o amministrare le proprie finanze, e dunque nell’attuare scelte economiche poco efficaci (Grable et al, 2014).

La fenomenologia dell’ansia finanziaria, ovvero l’insieme di tutte quelle modalità attraverso cui si può manifestare questa sindrome - dalle manifestazioni psicofisiche alle reazioni emotive o comportamentali - ricomprende generiche tensioni psicofisiche (ad esempio disturbi del sonno, mal di testa, respiro corto), ma è caratterizzata anche da alcuni aspetti specifici che è importante sottolineare. Tra le manifestazioni dell’ansia finanziaria vengono riportate con più frequenza le seguenti sintomatologie: senso di impotenza, bassa autostima, rassegnazione, deresponsabilizzazione, evitamento di tutti gli stimoli legati a questioni finanziarie ed economiche.

Inoltre, una sensazione di scarsa autoefficacia nell’amministrazione delle proprie risorse economiche può compromettere le scelte finanziarie: situazione acuita anche dalla tendenza che porta a evitare di riflettere su tali temi, impedendo il raggiungimento di possibili miglioramenti.

L’abbassamento dell’ansia finanziaria, quindi, può determinare un miglioramento del benessere finanziario soggettivo e oggettivo, così come ad un miglioramento del proprio benessere personale generale. L’ansia finanziaria è fortemente legata al concetto di subjective wealth, ovvero la sensazione che influenza le scelte che una persona può effettuare in diversi ambiti (economici e non) della propria vita.

Uno studio americano (“Financial Anxiety and Stress Among U.S. Adults: New Evidence From a National Survey and Focus Groups”), con dati raccolti nel periodo che va dal 2018 al 2020, ha osservato che l’ansia finanziaria è maggiormente presente tra le donne e le persone più giovani, e come tra i fattori che contribuiscono precipuamente all’emergere dell’ansia finanziaria sono presenti il numero di figli/e, lo stipendio, la condizione lavorativa e le conoscenze finanziarie.

In Italia recentemente sono stati condotti due studi su questo tema: un report della Consob del 2021 e un rapporto del Comitato EDUFIN del 2020. Entrambi riportano percentuali abbastanza alte di persone che percepiscono sensazioni di ansia quando pensano alle proprie risorse finanziarie - rispettivamente il 53% e il 34,8% -, tuttavia gli studi differiscono nei risultati per quanto concerne le categorie di soggetti maggiormente colpite relativamente a genere, età e livello di formazione scolastica.

L’ansia finanziaria è comunque in crescita sia come fenomeno clinico sia sociale, pertanto merita di essere studiato e analizzato da diversi punti di vista. Non c’è attualmente una diagnosi clinica né una definizione o una modalità di misurazione del fenomeno condivisa. Tra gli aspetti più interessanti e pionieristici ancora da indagare e approfondire figura senza dubbio il comprendere quali tratti personologici, cognitivi e affettivi si associano ad essa e/o la predicono, nell’ottica di lavorare allo sviluppo di strategie di intervento/allenamento per riuscire a ridurla.

Tra queste, la promozione dell’educazione finanziaria su larga scala e inserita nei vari percorsi scolastici che precedono gli studi universitari è già stata individuata come una possibile soluzione, in quanto l’alfabetizzazione finanziaria rappresenta una necessità sociale strutturale amplificata dalla rapidità dei cambiamenti che caratterizzano l’attuale fase storica. Una delle chiavi per gestire l’ansia in generale è affrontare i problemi con un approccio costruttivo, provando a trovare soluzioni sostenibili senza che la condizione personale generi paura, tensione e inquietudine.

In quest’ottica sviluppare competenze in ambito finanziario – ad esempio per comprendere meglio fenomeni come l’inflazione - può essere d’aiuto, ancor più se collegate alla pianificazione che nella gestione dell’ansia (non solo finanziaria) offre punti di riferimento per prendere decisioni razionali e ponderate, siano esse autonome o “suggerite”.