Il primo Rapporto dell’Osservatorio sulla transizione ecologica dell’economia e delle imprese

18 Gennaio 2024
Circular Economy, Pubblicazioni, Report di Ricerca, Focus On

Nato da un accordo tra il MASE e un’associazione di soggetti privati tra cui Intesa Sanpaolo Innovation Center, il documento presentato lo scorso novembre raccoglie una selezione di innovazioni per perseguire le finalità della green economy.

Nell’ambito degli Stati Generali della Green Economy 2023 è stato istituito l’Osservatorio sulla transizione ecologica dell’economia e delle imprese, con un accordo tra il MASE – Direzione Sviluppo Sostenibile e un’associazione di enti privati. L’Osservatorio - il cui board è composto da rappresentanti di istituzioni di ricerca nazionali, associazioni rappresentative dell’industria italiana e parti sociali, esponenti del mondo scientifico e soggetti finanziari – nasce dalla necessità di indagare i potenziali di sviluppo e di innovazioni tecnologiche, già in fase di industrializzazione o produzione, utilizzate da imprese italiane per perseguire le finalità della green economy, e ha pubblicato il suo primo Rapporto a novembre del 2023.

Il documento raccoglie una selezione di innovazioni attuate dalle imprese italiane in settori come la decarbonizzazione e la transizione energetica, l’edilizia sostenibile, l’agroalimentare, il circular waste management, la mobilità sostenibile, la gestione circolare delle acque e la bioeconomia, con una serie di contributi dei componenti del board che mettono a sistema analisi ed iniziative in corso per lo sviluppo dell’innovazione tecnologica circolare.

banner degli osservatorio stati generali green economy banner degli osservatorio stati generali green economy

Sebbene l’Italia investa poco in ricerca e sviluppo – 1,6% del PIL nella media 2019-2020 rispetto al 3,1% della Germania e al 2,3% della Francia -, il Rapporto sottolinea l’importanza di sostenere iniziative di ricerca e innovazione per le realtà attive nelle filiere strategiche della transizione ecologica favorendone e promuovendone affermazione e diffusione, oltre alla necessità di accompagnare processi di consolidamento degli operatori attivi lungo la filiera delle tecnologie avanzate e supportare l’identificazione di “campioni nazionali”.

I dati ISTAT confermano un diffuso orientamento delle imprese italiane nell’adozione di innovazioni di prodotto e di processo con minor impatto ambientale. Tra il 2018 e il 2020, infatti, il 40,3% delle imprese innovatrici ha dichiarato di aver introdotto una o più innovazioni eco-sostenibili, e il 25,4% ha adottato innovazioni per l’efficientamento energetico.

In questo contesto si inserisce il contributo di Intesa Sanpaolo Innovation Center, curato da Massimiano Tellini Head of Circular Economy – e da Sofia Cavini, Loris Lattuada e Flavio VisoneCircular Economy Specialists presso il CE Lab.

Dopo aver ribadito che l’economia circolare è rigenerativa by-design, il contributo evidenzia come l’Italia sia leader sotto molteplici punti di vista nella trasformazione del modo di fare impresa, con modelli di business circolari che possono rappresentare driver per conservare il vantaggio competitivo in settori strategici per il Paese.

Tuttavia, le tematiche di economia circolare teorizzate e sviluppate da oltre 20 anni presentano diversi aspetti interpretabili, impedendo una definizione chiara e univoca di modelli, schemi, pratiche e attività circolari. In quest’ottica, la pubblicazione - prevista nella primavera del 2024 - dello schema di norme ISO appartenenti alla famiglia 59000 mira a definire un linguaggio comune e un quadro concettuale omogeneo per restringere termini, misure e indicatori che rientrano nella circular economy.

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Anche da questo punto di vista l’Italia riveste un ruolo primario tramite UNI, che nel 2022 ha pubblicato le norme UNI 11821 (Raccolta e analisi di buone pratiche di economia circolare) e UNI 11820 (Misurazione della circolarità – Metodi ed indicatori nelle organizzazioni). Quest’ultima è stata curata da ENEA con il coinvolgimento nelle attività della commissione tecnica UNI del team di Circular Economy di Intesa Sanpaolo Innovation Center, che ha sviluppato in particolare approfondimenti relativi all’innovazione circolare in diversi settori.

Nellagrifood sono disponibili tecnologie capaci di sostenere modelli di business circolari di produzione e consumo nell’intera catena di valore appartenenti a tre macro categorie:

  • Tecnologie di natura biologica, focalizzate su pratiche agricole rigenerative tra cui coltivazioni acquaponiche, tecnologie di depurazione di acque reflue per il riuso nell’irrigazione e produzione di alimenti plant o cell-based
  • Tecnologie di natura fisica, che abilitano il design circolare relativamente ai materiali impiegati (soprattutto nel packaging) tra cui la produzione di bioplastiche partendo da biomasse vegetali attraverso processi di raffinazione, l’utilizzo di prodotti e sottoprodotti agricoli quali input produttivi in altre filiere, processi capaci di valorizzare i sottoprodotti della filiera dal punto di vista energetico e soluzioni agro-fotovoltaiche che consentono di produrre contestualmente energia e prodotti agricoli.
  • Tecnologie di natura digitale come IoT e AI – applicabili lungo tutta la filiera – che consentono di automatizzare pratiche come l’irrigazione e la fertilizzazione, effettuare analisi sulle condizioni del suolo e sulle previsioni metereologiche, supportando così le decisioni relative all’utilizzo di risorse nel ciclo di vita della pianta, oltre a garantire la tracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera attraverso sistemi di blockchain che forniscono un’identità digitale univoca.
fili di cotone di colore verde fili di cotone di colore verde

Nel tessile, l’innovazione tecnologica applicata al settore moda rappresenta una scelta vincente per accelerare la transizione circolare del comparto, attraverso la progettazione di prodotti e la scelta di componenti e materiali innovativi e sostenibili in grado di offrire prestazioni tecniche identiche a quelli tradizionali, allungando l’intero ciclo di vita del prodotto stesso. Esempi in tal senso sono rappresentati da tecniche che abilitano il reinserimento nella filiera di tessuti riciclati seguendo logiche di upcycling, soluzioni particolarmente innovative che propongono tessuti realizzati partendo da sottoprodotti di altri settori industriali impiegando materiali organici biodegradabili, ecosostenibili nonché facili da riciclare o compostare.

Per quanto concerne mobilità e automotive, tra le sfide da superare per la mobilità elettrica figura lo smaltimento delle batterie al litio, mentre gli pneumatici possono essere valorizzati una volta raggiunto il “fine vita” grazie a processi di recupero innovativi. Tuttavia, l’adozione su larga scala dei veicoli elettrici passa inesorabilmente dalla realizzazione di una rete efficiente e capillare di colonnine per la ricarica rapida. Inoltre, le tecnologie digitali abilitano modelli di business basati sulla condivisione dei mezzi di trasporto (Mobility-as-a-Service) che permettono ai clienti di ottenere informazioni in tempo reale su disponibilità, caratteristiche e ubicazione dei mezzi.

Nel contrastare il cambiamento climatico, la produzione di energie rinnovabili è una delle leve fondamentali su cui poggia la strategia dell’UE per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050, nonché un’opportunità di crescita economica in grado di rispondere all’aumento della domanda globale di energia.

Una soluzione innovativa per la produzione di energia rinnovabile consiste nello sviluppo tecnologico dei sistemi di accumulo, in grado di immagazzinare il surplus prodotto per rilasciarlo nei momenti di carenza. Inoltre, la diffusione di risorse energetiche distribuite e la fornitura in aree non collegate alla rete di approvvigionamento (o in quelle sovrappopolate) può fungere da stimolo per la nascita di business innovativi, in un mercato che va regolamentato per trovare un punto di equilibrio tra la stabilità necessaria per garantire investimenti di lungo termine e la flessibilità per indirizzare e stimolare l’innovazione.

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Anche il settore Plastic & Packaging deve affrontare numerose sfide in ottica circolare, poiché la produzione e lo smaltimento di imballaggi a livello globale è eccessiva. Tecnologie e approcci innovativi, tuttavia, sono abilitatori e facilitatori fondamentali per cambiare paradigma e attuare strategie proprie della circular economy seguendo tre principi:

  • Eliminazione di imballaggi non strettamente necessari, senza alterare la user experience. Eliminare significa evitare la complessa gestione di un’enorme mole di rifiuti, con soluzioni innovative come pellicole edibili per i prodotti freschi che ne aumentano i tempi di conservazione.
  • Riuso, ovvero l’adozione di modelli di business circolari come il pay-per-use, il take-back o la logistica inversa, facilitati da tecnologie innovative e sensori di tracciamento, nonché da soluzioni digitali per l’elaborazione dei dati, attraverso l’AI e il machine Learning, che efficientano la logistica.
  • Laddove eliminazione e riuso non siano percorribili, è necessario utilizzare materiali innovativi e circolari realizzati preferibilmente con materie prime riciclabili e/o compostabili. In quest’ottica, tecnologie che abilitino sistemi di riciclo e innovazioni relative all’individuazione di materiali alternativi, sostenibili e performanti sono di cruciale importanza.