Startup Tales | Hiro Robotics, la cleantech per il trattamento dei rifiuti elettronici
La scaleup genovese, cofondata nel 2018 da quattro giovani ingegneri con esperienze in laboratori di ricerca all’estero, ha sviluppato tecnologie innovative e circolari per il trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) grazie alla combinazione di robotica, computer vision e intelligenza artificiale.
In un’epoca in cui la sostenibilità è una necessità concreta, una giovane e promettente scaleup italiana si distingue nel panorama cleantech globale. Si tratta di Hiro Robotics, realtà pienamente inserita nel paradigma dell’Economia Circolare, che, attraverso l’adattamento di tecnologie avanzate tipiche dell’industria, si pone l’obiettivo di affrontare una delle sfide ambientali ed economiche più urgenti: il trattamento e il recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).
Grazie a un approccio che combina robotica, intelligenza artificiale e computer vision, Hiro Robotics ha sviluppato soluzioni in grado di trasformare il riciclo di diverse tipologie di RAEE in un processo a valore aggiunto, basato sulla sinergia uomo-macchina. I campi di applicazione spaziano da monitor e TV a schermo piatto (FPD) all’elettronica industriale, dai circuiti stampati (PCB) ai pannelli fotovoltaici. Ambiti in cui il riciclo a livello globale spesso non è conforme alle normative, con ripercussioni negative sull’ambiente.
Forte di collaborazioni con attori di primo piano come il Gruppo Iren e A2A, e grazie a un recente round di investimento guidato dal Levante Group, Hiro Robotics guarda ora all’espansione internazionale, lavorando parallelamente allo sviluppo di una tecnologia per lo smontaggio delle batterie dei veicoli elettrici.
Proprio quest’ultima ha permesso alla scaleup di conquistare il terzo posto nella call In Action Esg CLIMATE 2024, iniziativa promossa dalle Compagnie Vita del Gruppo Intesa Sanpaolo Assicurazioni (Intesa Sanpaolo Assicurazioni e Fideuram Vita) in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, con l’obiettivo di fornire un supporto economico concreto a imprese portatrici di soluzioni innovative, in grado di promuovere un impatto significativo verso la transizione ecologica e verso un mondo più verde e sostenibile, creando valore per il nostro Paese.


Nascita e obiettivi di Hiro Robotics
Il background dei cofounder
Costituita a Genova nel 2018, Hiro Robotics nasce dall’esperienza di un gruppo di ingegneri millennial con competenze in robotica, computer vision e intelligenza artificiale: Davide Labolani (CEO), Jacopo Lottero (R&D), Tomaso Manca (Marketing and Communication Manager) e Michele Oliveri (CTO) da Davide Labolani (CEO). “Lavoravamo come ingegneri di ricerca tra Francia e Germania, e, dopo aver scelto di creare una nostra realtà, siamo tornati in Italia per fondare Hiro Robotics”, ricorda Manca.
L’idea iniziale
“L’idea era sviluppare un sistema di visione più preciso, non solo tramite immagini statiche ma anche video dinamici, permettendo ai robot industriali di osservare gli oggetti fino all’interazione, proprio come farebbe una persona”, spiega il Marketing and Communication Manager di Hiro Robotics.
Gli obiettivi di Hiro Robotics
“La nostra intenzione – chiarisce Manca – è prendere tecnologie abitualmente applicate al mondo del manufacturing e, quindi, al creare cose, adattandole al demanufacturing, ossia smontare per recuperare. Un ambito che comporta innumerevoli sfide da affrontare, perché, mentre un’industria che realizza computer ha processi standardizzati per le varie linee produttive, nel momento in cui si vanno a smontare presentano differenze, anche quando il modello è il medesimo”.
Il focus sui rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE)
Nelle prime fasi di vita della startup innovativa i cofounder si focalizzano sulla tecnologia, ma, dopo il primo use case, ovvero lo smontaggio di TV e monitor a schermo piatto (FPD), realizzano come essa avesse valore se applicata in un contesto particolarmente dinamico, imprevedibile e complesso come quello del disassemblaggio dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), per recuperare i materiali riutilizzabili contenuti al loro interno.
Le tecnologie di Hiro Robotics
“Da lì è nata la prima soluzione, TEIA, che, ancor oggi, è il nostro prodotto di punta ed è legato agli use case di maggior successo”, sottolinea il cofounder della cleantech. Un sistema per il disassemblaggio di schermi piatti in grado di trattare fino a 90 dispositivi FPD all’ora, con dimensioni comprese tra 17 e 65 pollici, che comprende 3 robot per la rimozione del telaio anteriore, lo svitamento dei componenti interni e la rimozione della parte posteriore.
Successivamente, il team della scaleup genovese ha sviluppato MAIA: un modulo robotico usato per il trattamento dell’elettronica industriale, in grado di rimuovere più di 12 viti al minuto da server, inverter, elettronica di controllo industriale e sistemi per le telecomunicazioni, grazie a un software basato sull’IA che le identifica e le classifica, e a un robot che le svita automaticamente.
“Si tratta di rifiuti elettronici provenienti dal mondo dell’IT professionale, che hanno moltissime viti. Da un lato il processo di svitatura e smontaggio è molto importante, dall’altro questi rifiuti hanno tanto valore all’interno, con materiali riutilizzabili come le terre rare”, spiega il Marketing and Communication Manager di Hiro Robotics.
Queste sono le due tecnologie di punta della scaleup genovese, affiancate da NISA: un sistema di smistamento dei PCB (Printed Circuit Board) basato sul valore che, impiegando l’intelligenza artificiale, riconosce la componentistica montata sui circuiti stampati e la classifica in base al valore stimato.
Hiro Robotics ha sviluppato anche a un’altra tecnologia, EOS, per i pannelli fotovoltaici. EOS si occupa delle diverse fasi del processo di smontaggio (rimozione della cornice in alluminio, riconoscimento e gestione dei diversi modelli, pallettizzazione e depallettizzazione automatica), gestendo 120 pannelli all’ora.


Il percorso di crescita: dalle collaborazioni al round di investimento di Levante Capital
Pur avendo partecipato a programmi di accelerazione e incubazione sul territorio italiano, la cleantech ha sempre puntato ad essere autosufficiente, con le tecnologie particolarmente innovative per il trattamento dei RAEE validate da applicazioni concrete.
Infatti, attualmente le tecnologie di Hiro Robotics sono operative nell’impianto di Volpiano (Torino) gestito dal Gruppo Iren tramite la controllat a Amiat, e, da agosto del 2024, nell’impianto LaboRAEE presso la Seconda Casa Circondariale di Bollate (Milano) di A2A. In questi due contesti i sistemi di automazione avanzati della scaleup supportano gli operatori umani nel trattamento dei rifiuti elettronici.
A queste collaborazioni con top player del settore, il 13 gennaio del 2025 Hiro Robotics ha aggiunto un importante tassello, ovvero la chiusura di un round di investimento strategico guidato da Levante Capital: fondo specializzato in tecnologie industriali sostenibili con potenziale di crescita nei mercati asiatici.
“Nel nostro percorso di crescita – sottolinea Manca – abbiamo ottenuto diversi premi, ma, soprattutto, riscontri positivi prima dell’investimento di Levante Capital. Un nostro punto di forza è essere arrivati al 31 dicembre 2024 in bootstratp, senza contare su aumenti di capitale, ma, semplicemente, sostenuti da progetti di ricerca e dai nostri clienti, come il Gruppo Iren e A2A”.
I risvolti ambientali e sociali delle tecnologie di Hiro Robotics
Le tecnologie sviluppate da Hiro Robotics, inoltre, hanno sia impatti ambientali che sociali. Infatti, secondo il Global E-Waste Monitor 2024 (GEM) delle Nazioni Unite, ogni anno vengono prodotti 72 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici. “Se questi rifiuti venissero caricati su camion da 40 tonnellate e messi uno in fila all’altro, in coda, formerebbero una linea ininterrotta che potrebbe circonderebbe l’equatore”, esemplifica Manca. “Inoltre - prosegue -, tre quarti di questi rifiuti non sono trattati adeguatamente, con tassi di riciclo bassi e la quantità ad aumentare di anno in anno”.
L’intenzione della scalup genovese è quindi risolvere il problema del riciclo, “perché il 78% dei rifiuti trattati con modalità non compilant, secondo le Nazioni Unite, provocano danni stimati per 78 miliardi di dollari a persone e ambiente a causa delle sostanze che ne fuoriescono”, chiarisce il cofounder di Hiro Robotics.
A questo si aggiungono situazioni più generali come la discarica a cielo aperto di Agbogbloshie, sita nella periferia di Accra (Ghana), “dove vengono esportate enormi quantità di RAEE prendendo come pretesto il fatto che si tratta di dispositivi di seconda mano, ma che una volta lì si rivelano non funzionanti. Le persone provano quindi a smontarli manualmente o a bruciarli, con conseguenze tragiche per la loro salute”, spiega Manca.
Gli impatti economici dei RAEE
Sebbene i RAEE contengano materiali recuperabili pari a un valore stimato complessivo annuo di circa 82 miliardi di dollari a livello globale, anche nel 22% dei casi in cui sono trattati conformemente non è garantito che parte di questo valore sia recuperato. “Ad esempio, lo smontaggio manuale ha sì tassi di recupero elevati, ma è troppo lento e costoso, mentre la triturazione determina che il valore recuperato sia, in percentuale, decisamente basso rispetto a quello che potrebbe essere”, evidenzia il cofounder di Hiro Robotics.
La trasformazione del recupero dei rifiuti elettronici in un processo a vincere
“Pensiamo che proporre soluzioni di semi-automatizzazione, con robot e intelligenza artificiale a fianco delle persone, sia una modalità per raggiungere grande efficienza processando volumi elevati, mantenendo alta la percentuale di materiali recuperati dai RAEE. Questo rende il recupero un processo sempre più a vincere, facendo sì che trattarli conformemente sia anche conveniente, e non semplicemente una questione di etica”, spiega quindi Manca.


La partecipazione a In Action Esg CLIMATE 2024: un progetto per le batterie dei veicoli elettrici
In quest’ottica, e ambendo ad ovviare alle criticità nel trattamento dei rifiuti generati dai veicoli elettrici, Hiro Robotics si è candidata alla call 4 ideas In Action Esg CLIMATE 2024, iniziativa promossa dalle Compagnie Vita del Gruppo Intesa Sanpaolo Assicurazioni (Intesa Sanpaolo Assicurazioni e Fideuram Vita) in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, con l’obiettivo di fornire un supporto economico concreto a imprese portatrici di soluzioni innovative, in grado di promuovere un impatto significativo verso la transizione ecologica e verso un mondo più verde e sostenibile, creando valore per il nostro Paese.
In Action Climate ESG nell’ultima edizione ha premiato i quattro progetti più innovativi tra le 140 candidature ricevute nei settori Sustainable and Renewable Energy, Blue Economy, Smart Manufacturing, Agritech e Sustainable Lifestyle.
“Il nostro obiettivo – chiarisce il Marketing and Communication Manager della cleantech – è automatizzare sempre più processi e avere un sistema in grado di trattare rifiuti sempre più complessi, arrivando a una soluzione per lo smontaggio delle batterie dei veicoli elettrici, che saranno uno dei rifiuti elettronici più rilevanti nei prossimi anni”.
“L’idea non consiste solo nell’andare a svitare la scocca superiore dei pacchi batteria dei veicoli, ma anche tagliare i cavi, scaricarle dalla corrente residua ed estrarre le singole celle per poi recuperare i materiali”, spiega il cofounder di Hiro Robotics.
Conquistando il terzo posto a In Action ESG Climate, la cleantech ha compito un ulteriore step in questo senso “che ci permette di avvicinarci ancor più all’idea che abbiamo di sistema per lo smontaggio di batterie dei veicoli elettrici”, sottolinea Manca.
Le prospettive di Hiro Robotics
Guardando al futuro, l’intenzione di Hiro Robotics è sviluppare un processo di smontaggio sempre più generalizzato per trattare rifiuti elettrici ed elettronici differenti, massimizzando contestualmente le performance. “Dal punto di vista tecnologico, al momento stiamo dando priorità a TEIA e MAIA, in quanto sono le soluzioni ‘più pronte’, già operative e sulle quali, di conseguenza, puntiamo maggiormente”, evidenzia il Marketing and Comunication Manager della scaleup.
A livello di business, invece, con l’investimento di Levante Capital la cleantech genovese sta iniziando a creare reti di vendita commerciali e di supporto in Europa. “Ci stiamo facendo conoscere anche all’estero, e dopo essere stati a Pollutec Paris 2024 lo scorso novembre, quest’anno andremo a Lione e Francoforte. Inoltre, abbiamo agenti che stanno lavorando per noi i Germania e Spagna, con l’espansione europea che è quindi il nostro focus principale”, spiega il cofounder di Hiro Robotics.
Anticipando quello che sarà lo step successivo, ovvero “concentrarci anche sull’uscita dal Continente, consapevoli di come la nostra soluzione sia necessaria e ci siano mercati interessati ad adottarla”, conclude Tomaso Manca.
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