[1] Ellen MacArthur Foundation
[2] FAO
[3] Deloitte
Il settore agroalimentare sta evolvendo verso la circolarità grazie all’innovazione, tra nuove tendenze di consumo, ottimizzazione dei processi produttivi per una filiera agroalimentare sostenibile e certificazioni di sostenibilità per i prodotti
Il sistema produttivo alimentare globale è attualmente sottoposto a una pressione senza precedenti, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici in corso e di una domanda crescente derivante dall’incremento demografico della popolazione mondiale. La principale sfida del settore, tuttavia, non è tanto quella di aumentare la produzione quanto di migliorare i processi produttivi di generi alimentari per garantire una migliore gestione e tracciabilità degli alimenti, ridurre gli sprechi, rendere più efficiente e snella la catena di approvvigionamento e favorire la sostenibilità.
Essendo il comparto agricolo una delle principali cause della perdita di biodiversità, nonché responsabile di un terzo delle emissioni globali di gas serra1, è ormai ben chiaro che gli operatori del settore alimentare debbano svolgere un ruolo cruciale nel processo di mitigazione del cambiamento climatico e di salvaguardia della biodiversità.
Inoltre, l’impatto negativo dell’applicazione dei modelli lineari al settore agrifood si ripercuote anche sul piano economico. Secondo il Report FAO del 20232 tra il 1991 e il 2021, si stima che i disastri ambientali abbiano causato perdite di produzione in colture e bestiame del valore di 3,8 trilioni di dollari, corrispondenti a una perdita media di 123 miliardi di dollari all’anno o al 5% del PIL agricolo globale annuale.
Inoltre, la filiera agroalimentare si trova ad affrontare anche la criticità legata alla vulnerabilità delle catene di approvvigionamento, che si è aggravata con la crisi causata dal Covid-19 e dalle restrizioni che ne sono conseguite.
Già prima della pandemia, la supply chain della filiera agroalimentare pativa problemi come la mancanza di tracciabilità, l’incertezza sulla sicurezza e sulla qualità dei prodotti, la comunicazione inadeguata tra le parti, l’aumento dei costi della catena di approvvigionamento e il mancato rilevamento e controllo dell’inventario, sia nei magazzini sia nei negozi.
Le criticità evidenziate richiedono il coinvolgimento attivo e il contributo di tutti i soggetti coinvolti: il legislatore nell’incentivare e normare comportamenti più sostenibili; i consumatori nel modificare le proprie abitudini verso una maggiore consapevolezza dei propri comportamenti; il settore industriale nel creare modelli di business innovativi e profittevoli nel lungo periodo secondo le indicazioni normative emergenti e seguendo l’evoluzione della domanda. Solo un concatenamento di questi fattori potrà portare risultati durevoli, in grado di garantire benessere e prosperità, senza compromettere il futuro del pianeta.
Considerate tali sfide, sempre più aziende e istituzioni sono oggi impegnate nel ridefinire i processi produttivi verso un modello di economia circolare che deve tenere in considerazione le nuove tendenze e i desiderata dei consumatori. Infatti, secondo uno studio di Deloitte3, pubblicato nel 2022, quattro delle principali tendenze di consumo alimentare sostenibile che guideranno il mondo food e ne orienteranno la domanda riguarderanno i seguenti ambiti:
Dopo la crisi pandemica, i consumatori sono sempre più preoccupati per la propria salute. Pertanto, un terzo degli italiani identifica la dieta come una modalità per prendersi cura del proprio corpo e del proprio benessere, riconoscendo come l'alimentazione abbia un valore che va oltre i meri bisogni fisiologici coniugando, invece, salute e nutrizione.
A causa dei ritmi di vita e di lavoro, la domanda di snack fuori pasto è in aumento, soprattutto per quelli salutari come snack di verdure e riso, legumi, chips di pane e frutta secca a discapito di alimenti ricchi di zuccheri e grassi.
È prevista una crescita esponenziale delle alternative alla carne a base vegetale e l'aumento della popolarità di prodotti caseari alternativi (a base di riso, avena, soia), come soluzione per eliminare alimenti e bevande di origine animale.
I consumatori sono sempre più attenti alle etichette dei prodotti, per essere consapevoli della provenienza degli ingredienti, prediligendo quelli che rispettano gli standard ambientali sia in termini di packaging che di tecniche di produzione.
Tra gli attori coinvolti nella filiera, il consumatore rappresenta quindi un attivo promotore di un cambiamento radicale che chiede esplicitamente l’adozione di modelli sostenibili, obbligando le aziende a modificare i propri processi produttivi, a partire dal food packaging sostenibile (dove sono sempre più diffusi modelli di riuso o scelte di materiali biobased) ma anche nel comparto agricolo, a monte della catena, dove per rispondere alle esigenze dei clienti si stanno diffondendo sempre più metodologie di ottimizzazione e gestione delle risorse.
È in questo contesto che le imprese – tenute a dimostrare un grado di sostenibilità sempre più elevato per rispondere alle esigenze dei propri clienti – hanno iniziato a certificare i risultati raggiunti con l’obiettivo di comunicare e valorizzare i propri prodotti sostenibili e circolari.
Attualmente non esiste un unico standard certificabile che abbia come oggetto la sostenibilità a 360° dei prodotti alimentari. Esiste, però, un ampio ventaglio di iniziative volte a certificare l’origine e le modalità di coltivazione delle materie prime agricole nonché l’impatto ambientale dei prodotti lungo il loro ciclo di vita, a dimostrazione dello sforzo delle aziende in questa direzione. Tra le principali attestazioni di sostenibilità specifiche per i diversi ambiti di settore (agricoltura, pesca, allevamento) possiamo annoverare le seguenti certificazioni:
Sigla europea che rende più facile per i consumatori identificare i prodotti biologici e aiuta gli agricoltori a commercializzarli. Il logo può essere utilizzato solo sui prodotti che soddisfano condizioni rigorose per la produzione, il trattamento, il trasporto e l’immagazzinamento, e può essere utilizzato esclusivamente sui prodotti che contengono almeno il 95% di ingredienti biologici
La certificazione MSC rappresenta il principale schema di certificazione di sostenibilità ambientale della pesca a livello internazionale. Si tratta una certificazione volontaria, ed è aperta a tutte le aziende coinvolte nella pesca. Essa si basa su uno standard di pesca sostenibile e su un meccanismo di tracciabilità dei prodotti ittici.
LMasaf è un marchio italiano entrato in vigore dal 1°gennaio 2023 e viene attribuito in base alla qualità della produzione, del benessere animale e della tutela dell’ambiente.
L’economia circolare nel settore agroalimentare ha, tra le sue conseguenze, quella di favorire la trasformazione dell’agrifood verso lo sviluppo di un'agricoltura rigenerativa by design, dove le fasi di coltivazione e raccolta sono studiate e progettate per generare nutrienti e alimenti salutari, ottimizzando l'uso delle risorse e preservando e rigenerando l'ambiente circostante.
In questo contesto, i sistemi di produzione e trasformazione alimentare adottano logiche di ciclo chiuso, nelle quali tutte le risorse sono utilizzate in modo efficiente e il concetto di rifiuto cede il passo a quello di “materia prima seconda”, con i rifiuti stessi che diventano nuove risorse recuperate e valorizzate come input in nuovi cicli produttivi (o nel ciclo biologico), ritornando al capitale naturale attraverso la biodegradazione.
In questo contesto, le tecnologie innovative assumono un ruolo fondamentale nell'accelerare la transizione verso partiche di economia circolare nel settore alimentare, consentendo l'adozione di modelli di business e strategie circolari che fino a pochi anni fa sarebbero stati impensabili. Nel settore agroalimentare, in particolare, si stanno diffondendo sempre più le tecnologie che supportano modelli circolari di produzione e consumo alimentare sostenibile
Uno dei campi maggiormente attenzionati dalla ricerca tecnologica è lo studio di materiali innovativi che ha portato allo sviluppo di processi che consentono di recuperare biomasse derivanti da scarti agricoli e di trasformare queste ultime in nuovi materiali, come le bioplastiche per un food packaging sostenibile e a basso impatto ambientale
In ambito prettamente agricolo si possono annoverare quelle tecnologie che permettono l’adozione di pratiche circolari ottimizzando l'uso delle risorse e aumentando la produttività: queste includono l'uso di metodi agricoli innovativi come le coltivazioni idroponiche e il vertical farming - che richiedono minori quantità di suolo e risorse in input -, e le coltivazioni acquaponiche che permettono di riutilizzare gli scarti dell'acquacoltura come fertilizzanti.
Inoltre, tecnologie alimentari e biotecnologie forniscono metodi innovativi per la produzione di alimenti alternativi a quelli derivati dagli animali, come le proteine "plant-based" e “insect-based”.
Altre tecnologie protagoniste sono quelle che sfruttano la capacità aerobica e anaerobica dei microorganismi per trasformare sottoprodotti agroalimentari in prodotti energetici come il biogas. Allo stesso modo, rappresentano un'altra frontiera innovativa quelle tecnologie che utilizzano processi biochimici per estrarre molecole ad alto valore aggiunto dai sottoprodotti agricoli, facendole diventare input per l'industria chimica, farmaceutica, nutraceutica e cosmetica.
Inoltre, una leva abilitante per la circolarità nel settore agroalimentare è offerta dalle tecnologie digitali, che, ad esempio, raccolgono ed elaborano “Big Data” attraverso applicazioni come l'Intelligenza Artificiale, il Machine Learning e l'Internet of Things (IoT) per ottimizzare la produttività e diminuire gli sprechi. Sono infatti sempre più frequenti strumenti che abilitano la cosiddetta Agricoltura di Precisione: un approccio di produzione intelligente, che sfrutta l'integrazione delle diverse tecnologie digitali per ottimizzare i processi decisionali lungo tutte le fasi della produzione, aumentandone così la produttività e riducendo contestualmente gli sprechi
Altre tecnologie digitali trovano sempre più applicazione nell'ambito della trasparenza e tracciabilità dei prodotti agroalimentari: un esempio in tal senso sono i sistemi che utilizzano la tecnologia blockchain per tracciare il prodotto lungo tutta la filiera e dare ai prodotti un'identità digitale. Questi modelli sono fondamentali per garantire un fine vita controllato e valorizzato dei prodotti, contribuendo così a una gestione più sostenibile delle risorse.
Infine, non si possono non considerare tutte le piattaforme digitali e le app per la tracciabilità dei prodotti che permettono la creazione di un collegamento diretto tra il produttore/distributore e il consumatore finale, consentendo il recupero e la ridistribuzione di alimenti invenduti o prossimi alla scadenza in modo da prevenire e ridurre gli sprechi di cibo.
In conclusione, la transizione del settore agroalimentare da un modello lineare ad uno circolare rappresenta una risposta imprescindibile alle sfide socio-ambientali attuali. Infatti, l’agrifood è oggi al centro di trasformazioni significative, guidate dall’attenzione dei consumatori verso pratiche sostenibili e dalla crescente pressione per la trasparenza e la responsabilità sociale.
Le imprese stanno rispondendo a queste aspettative adottando certificazioni di sostenibilità ambientale che attestano l’impegno verso una produzione più responsabile, oltre ad una comunicazione trasparente sulla sostenibilità dei loro prodotti. Le tecnologie innovative, dalle biotecnologie alle soluzioni digitali, rivestono un ruolo essenziale nell’abilitare pratiche agricole più efficienti e modelli di consumo alimentare sostenibile e consapevole.
L’economia circolare applicata al settore agroalimentare in quest’ottica promuove un'agricoltura rigenerativa, nella quale risorse e materiali vengono riutilizzati in cicli chiusi per ridurre gli sprechi e rispettare l’ambiente
Sulle tematiche CE e Agrifood, Intesa Sanpaolo Innovation Center, in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation, ha organizzato a Milano il 26 e 27 novembre 2024 il workshop Agricoltura Rigenerativa & Finanza: 2 giornate presso la sede del CE Lab di Milano con la partecipazione di rappresentanti dell’Innovation Center e di Intesa Sanpaolo. Hanno inoltre partecipato varie aziende, come Gucci, EIT Food, Simbiosi, Climate Farmers, etc. che hanno condiviso le loro esperienze sull’Agricoltura Rigenerativa.
Sotto la guida di professionisti di EMF, attraverso metodologie di design thinking, i partecipanti hanno imparato come sviluppare una value proposition concreta per superare le barriere finanziarie che oggi ostacolano l’adozione dell'Agricoltura Rigenerativa da parte delle imprese.
[1] Ellen MacArthur Foundation
[2] FAO
[3] Deloitte
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