Arte e Neuroscienze presso il Museo del Cenacolo Vinciano

NS Lab, NS Lab

Il Neuroscienze Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center ha realizzato prima della pandemia e - in sinergia con la Direzione Regionale Musei Lombardia - una sperimentazione neuroscientifica volta ad analizzare la dimensione esperienziale dei visitatori relativamente alla fruizione dell'Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, della Crocifissione di Donato da Montorfano e del percorso che conduceva ad esse all'interno del Museo stesso.

L'obiettivo dello studio

Obiettivo dello studio è stato valutare la dimensione esperienziale relativa alla fruizione delle opere d’arte Ultima Cena di Leonardo da Vinci e Crocifissione di Donato da Montorfano all’interno del Museo del Cenacolo Vinciano e del percorso che conduceva ad esse e comprendere come le allora caratteristiche espositive della pittura murale, come illuminazione, pannelli illustrativi e tipo di percorso potessero influenzare positivamente o negativamente la qualità della visita.

38 partecipanti volontari, di nazionalità differenti, dall'età media ci 38 anni, esperti e non di arte, hanno partecipato nel luglio 2020 a una sessione sperimentale con device ad hoc della durata di 35 minuti. La sperimentazione si è svolta in due giornate, a museo chiuso e a museo aperto al pubblico.
 

Gli strumenti e i device utilizzati

Dopo la fase iniziale di accoglienza dei partecipanti si è proceduto al posizionamento dei sensori e alla registrazione dei parametri psicofisiologici a riposo. I partecipanti hanno quindi iniziato la loro esperienza museale seguendo il percorso prestabilito e al termine risposto alla survey a dei questionari di valutazione della propria esperienza.

Per effettuare i test sono stati impiegati i seguenti strumenti:

  • Eye-tracker glasses (Smi ETG 2W) per il tracciamento oculare
  • EEG a secco e portatile (Cognionics 20) per il monitoraggio dell’attività cerebrale
  • Galvanic skin response sensor (Shimmer 3 GSR+) per la rilevazione dell’attivazione del sistema nervoso

L'esito dello studio

Il risultato della sperimentazione ha mostrato evidenze in grado di migliorare la comprensione di come un utente fruisca degli spazi e delle opere esposte; ne segnaliamo alcune:

  • a Museo aperto le fissazioni erano concentrate nella parte centrale dell’opera, mentre a Museo chiuso vi è una maggior operazione di visual search;
  • i visitatori concentravano la loro attenzione maggiormente sulla persona di Gesù, come primo elemento e sull’apostolo Tommaso,
    nonostante fosse l’ultimo degli apostoli identificato;
  • è stata maggiore la rilevanza data dai visitatori/trici sulla parte centrale del dipinto, successivamente lo sguardo tendeva ad analizzare gli elementi sulla sinistra del dipinto a triadi di personaggi. Infine si procedeva ad analizzare la parte destra dell’opera;
  • gli esperti d'arte ricercavano visivamente elementi specifici all’interno dell’opera e si soffermavano maggiormente sui
    dettagli rispetto ai non esperti. Il risultato è stato quindi una minore dispersione delle fissazioni oculari;
  • non esperti focalizzavano prevalentemente la loro attenzione sulla figura di Gesù.

Conclusione del percorso

Il percorso è stato diviso in tre macro momenti.

PRIMA DELL’OPERA
L’esperienza di attesa costituisce parte integrante della fruizione dell’opera. Tale momento è caratterizzato da una elevata motivazione a reperire informazioni

DURANTE L’OPERA
È stata particolarmente apprezzata la condizione di penombra che rende l’esperienza unica nel suo genere. Viene considerato di valore anche la presenza ridotta di elementi all’interno del Cenacolo, che valorizzano l’opera. Le informazioni presenti sembrano funzionare, con particolare valore aggiunto per le sagome che permettono l’identificazione degli apostoli.

DOPO L’OPERA
Una volta vista l’«Ultima Cena» l’esperienza viene considerata conclusa, quindi vanno collocate le informazioni che sono considerate di minor importanza. In questo contesto funzionano elementi caratterizzati da maggior engagement (esempio Screen interattivo).

 

Sonia D'arcangelo - Head of Neuroscience Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha dichiarato: "Le neuroscienze possono essere utilizzate in tanti ambiti differenti, aziendali e non aziendali, e col neuromarketing è certamente una delle aree più innovative attualmente e si può applicare anche al mondo dell'arte e della creatività".