Space Economy, un orizzonte di innovazione e di opportunità per le imprese

7 Aprile 2025
tecnologia, Focus On, Innovation

In Italia la Space Economy svolge un ruolo cruciale per lo sviluppo tecnologico ed economico, confermato anche dall’investimento di 2,5 milioni di euro di Neva SRG e Fondazione Compagnia di San Paolo in Galaxia: il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico dell’Aerospazio, supportato da Intesa Sanpaolo Innovation Center.

Lo spazio ha sempre rappresentato per l’umanità un orizzonte da esplorare, un territorio sconfinato ricco di opportunità e misteri. Oggi, grazie all’evoluzione tecnologica e al crescente coinvolgimento di attori privati, lo spazio non è più esclusivamente dominio delle grandi agenzie governative, bensì un mercato dinamico e in rapida espansione: la Space Economy, ovvero l’economia dello spazio e dell’industria aerospaziale.

 

Cos’è la Space Economy

La Space Economy è definita dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), come l’intera gamma di attività e l’uso delle risorse che generano valore e benefici per l’umanità nel corso dell’esplorazione, ricerca, comprensione, gestione e utilizzo dello spazio.

Questa definizione, volutamente generale, non si limita alla produzione di satelliti, ma include due prospettive differenti: da un lato l’accesso e l’esplorazione dello spazio, le cui attività (come turismo spaziale, colonizzazione ed estrazione di risorse minerarie dagli asteroidi) avranno impatti rilevanti concretizzabili solo nel lungo termine; dall’altro l’utilizzo economico dei dati e delle informazioni provenienti dallo spazio per generare valore aggiunto, intendendolo come asset con impatti tangibili riscontrabili nel breve e nel medio periodo.

satellite nello spazio satellite nello spazio

Le applicazioni della Space Economy: Upstream e Downstream

Le applicazioni della Space Economy, convenzionalmente, si suddividono in due segmenti:

  • Upstream: comprende progettazione, costruzione e lancio di infrastrutture spaziali (satelliti, razzi, stazioni spaziali, veicoli sub-orbitali, strumenti di telemetria e tecnologie per i centri di controllo). Questo segmento rappresenta il cuore tecnologico ed ingegneristico della Space Economy, in cui operano grandi agenzie come NASA ed ESA (Agenzia Spaziale Europea), startup innovative e aziende private.
  • Downstream: riguarda l’utilizzo dei dati e dei servizi derivati dalle applicazioni spaziali (tecnologie di remote sensing per l’osservazione della terra, monitoraggio ambientale, tecnologie per la comunicazione satellitare e applicazioni integrate dei sistemi di navigazione satellitare, come la navigazione GPS).

 

Space Economy: la definizione attuale

Con lo sguardo rivolto al presente, la Space Economy è pertanto definibile come la catena del valore, che, partendo dalla ricerca, dallo sviluppo e dalla realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti (upstream), genera prodotti e modelli di servizio innovativi basati sullo spazio (downstream), in grado di rispondere a esigenze note ed emergenti di organizzazioni pubbliche e private in diversi settori.

 

Il trasferimento tecnologico tra spazio e terra e i nuovi servizi trasversali

A questi due segmenti si aggiungono il trasferimento tecnologico dallo spazio alla Terra (spin-in) e quello dalla Terra allo Spazio (spin-out), oltre a nuove tipologie di servizi trasversali abilitati dai dati provenienti dalle infrastrutture spaziali tra cui: agricoltura di precisione, telemedicina, controllo dei sistemi energetici, supporto al sistema dei trasporti e della mobilità urbana, monitoraggio degli ecosistemi e monitoraggio delle supply chain, cruciale per la sostenibilità.

 

Il valore del mercato globale della Space Economy

Le stime di Space Foundation evidenziano come il mercato globale abbia raggiunto un valore di 570 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita del 7,4% rispetto all’anno precedente. Dato in linea con il CAGR quinquennale del 7,3%, che porterà il mercato a superare gli 800 miliardi di dollari entro il 2030, grazie soprattutto al traino di soluzioni nei settori delle telecomunicazioni e della navigazione satellitare.

 

Le principali tecnologie della Space Economy

Dal punto di vista tecnologico, il Report X-Plore SpaceTech, realizzato da Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con Fondazione LINKS, analizza anche i sei domini applicativi tipicamente spaziali: dal settore strategico dell’accesso allo spazio all’esplorazione umana e robotica, dalle tecnologie satellitari alle loro applicazioni per i servizi di telecomunicazione, fino a navigazione e osservazione della Terra.

Tra le principali tecnologie della Space Economy, ad esempio, figurano:

  • Intelligenza Artificiale: sempre più fondamentale per l’analisi e l’interpretazione dei dati satellitari, nonché per l’ottimizzazione delle operazioni di lancio e per la gestione autonoma delle missioni spaziali.
  • Lanciatori: razzi che portano satelliti e carichi utili in orbita con innovazioni riutilizzabili per ridurre i costi.
  • Robotica e automazione: cruciale per la manutenzione in orbita, le operazioni di riparazione e il supporto alle missioni a lungo termine, come quelle verso Marte.
  • Tecnologie satellitari: usate per una vasta gamma di applicazioni, sia nel settore commerciale che in quello scientifico, per le telecomunicazioni satellitari globali, per la navigazione e per l’osservazione della Terra, oltre a svolgere un ruolo cruciale per le missioni spaziali ed essere di supporto alla sicurezza.
  • Space mining: estrazione di materiali da pianeti o asteroidi grazie a soluzioni innovative.
  • Materiali innovativi e nanotecnologie: contribuiscono alla realizzazione di componenti più resistenti, leggeri ed efficienti, migliorando le prestazioni di veicoli spaziali e infrastrutture.
  • Manifattura per la colonizzazione spaziale: ambito apparentemente fantascientifico, ma con applicazioni concrete per le tante società al lavoro su strutture per abitare nuovi pianeti.

Le tecnologie di frontiera non solo potenziano le capacità operative della Space Economy, ma rappresentano anche un importante campo di ricerca e sviluppo, in cui collaborano università, centri di ricerca e industria. L’adozione di tali soluzioni favorisce l’innovazione, riduce i costi operativi e apre la strada a nuove applicazioni commerciali e industriali, creando sinergie tra il settore spaziale e altri comparti tecnologici terrestri.

monitor con la visione dello spazio monitor con la visione dello spazio

L’importanza della logistica spaziale

La logistica spaziale riveste un ruolo strategico nella Space Economy. Secondo Zion Market Research, il mercato globale in questo settore è stato valutato 5,1 miliardi di dollari nel 2023 e si prevede una crescita fino a 21,1 miliardi entro il 2031.

Il Report X-Plore Space Logistics, realizzato da Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con Fondazione LINKS e Thales Alenia Space Italia, spiega come la logistica spaziale diventerà un pilastro della crescita sostenibile, trasformando lo spazio in un’estensione dinamica dell’economia terrestre. Infatti, essa vedrà l’implementazione di una catena di valore che abilita la gestione di asset spaziali, pubblici e privati, il trasferimento di merci e materiali tra terra e spazio, e la lunga permanenza di asset umani in basi orbitanti o ubicate in corpi celesti.

A livello strategico, la logistica spaziale prevede la costruzione di un ecosistema scalabile in grado di minimizzare gli sprechi, ottimizzare l’uso delle risorse e promuovere sistemi circolari, sia grazie a servizi e prodotti realizzati nello spazio in laboratori contraddistinti dall’assenza di gravità, sia per garantire la sopravvivenza degli esseri umani per lunghi periodi di tempo nello spazio abilitando, ad esempio, la conquista della Luna e successivamente quella di Marte: progetti che catalizzano l’interesse di diversi Paesi.

 

Le opportunità per il settore privato

I principali driver individuati dall’OCSE per lo sviluppo del settore privato nell’industria aerospaziale includono:

  • Diversificazione degli investimenti: la riduzione dei rischi grazie a satelliti di dimensioni ridotte ed economici, unita all’impiego di veicoli di lancio riutilizzabili.
  • Sviluppo di nuovi servizi: l’utilizzo dei dati satellitari per creare soluzioni innovative nella gestione delle emergenze e nel monitoraggio ambientale.
  • Promozione dell’innovazione: le startup e le realtà innovative stanno attirando investimenti privati attraverso spin-off, partnership e round dedicati per finanziare le proprie roadmap.
  • Evoluzione dei modelli di business: le aziende stanno adottando modelli commerciali che prevedono investimenti anticipati nello sviluppo e nella proprietà intellettuale, accompagnati da cambiamenti strategici nella governance.
  • Crescita del mercato: con proiezioni che indicano un potenziale di 1,8 trilioni di dollari entro il 2035, il settore attira l’interesse di fondi negoziati in borsa che includono le società legate alla Space Economy nei loro portafogli.

 

Sfide e ostacoli per il settore aerospaziale

Nonostante le numerose opportunità, il settore aerospaziale deve confrontarsi con alcune difficoltà:

  • Costi di ingresso elevati e rischi operativi: le tecnologie spaziali richiedono investimenti significativi.
  • Accesso limitato ai finanziamenti: in particolare nelle fasi di espansione, aggravato dalla carenza di investitori con expertise specifiche.
  • Maturità del mercato: alcune incertezze persistono sulla stabilità e la maturità del settore.
  • Frammentazione dell’ecosistema di supporto: gli strumenti di finanziamento e innovazione non sono sempre allineati con le esigenze delle imprese.
  • Opportunità di uscita limitate: la mancanza di percorsi consolidati per il ritorno degli investimenti può scoraggiare gli investimenti privati.
  • Barriere normative: vincoli giurisdizionali e normative complesse incrementano l’incertezza e i costi operativi.

 

Prospettive globali ed europee

A livello globale, la nuova corsa allo spazio vede Stati Uniti e Cina competere nella realizzazione di infrastrutture pubbliche e private in bassa orbita terrestre (LEO) e nella colonizzazione della Luna. Mentre i progetti governativi sono orientati alla ricerca, all’esplorazione e alle applicazioni militari, cresce il ruolo degli attori privati che sfruttano le opportunità commerciali.

In Europa, il conflitto tra Russia e Ucraina ha accelerato lo sviluppo di spazioporti in diversi Paesi, con l’obiettivo di consentire una gestione efficiente dei volumi di lancio stante l’impossibilità di accedere allo aereo sovietico. In questo senso, il programma REACTS – Responsive European Architecture for Space coinvolge 35 organizzazioni europee, e mira a realizzare una rete di sistemi per il lancio di satelliti, garantendo il ripristino dell'operatività entro 72 ore dall’insorgenza di un’eventuale crisi.

italia vista dallo spazio italia vista dallo spazio

La Space Economy in Italia

L’Italia vanta una lunga tradizione nel settore aerospaziale, che ha avuto inizio con il lancio del satellite San Marco 1 nel 1964, rendendo il Paese la terza nazione al mondo a raggiungere lo spazio dopo Unione Sovietica (con il satellite artificiale Sputnik 1 nel 1957) e Stati Uniti (nel 1958, lanciando il satellite Endevior).

Con la creazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel 1988, l’Italia ha consolidato il suo ruolo in missioni internazionali ed europee, diventando oggi il quinto paese al mondo e il secondo in Europa per investimenti nella Space Economy in relazione al PIL, e il terzo contributore dell’ESA dopo Francia e Germania.

L’ecosistema italiano comprende oltre 500 aziende attive in questo settore, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e il comparto per l’osservazione della Terra ha registrato una crescita del 28% nel 2024, raggiungendo un valore complessivo di 290 milioni di euro. Tuttavia, la sostenibilità a lungo termine richiede un rafforzamento della domanda privata, da integrare agli investimenti pubblici come quelli del PNRR (1,39 miliardi di euro) e degli ulteriori 800 milioni del Fondo Complementare per tecnologie satellitari ed economia spaziale, rientranti nel più ampio Piano Strategico Space Economy che prevede finanziamenti destinati all’ecosistema spaziale nazionale per oltre 7 miliardi di euro nel periodo 2023-2027.

 

Il ruolo del settore privato

A livello industriale, aziende come Leonardo – leader nel settore aerospaziale e della difesa – guidano l’innovazione. Leonardo, ad esempio, ha annunciato piani per lanciare una costellazione di circa 40 satelliti entro il 2028, con un investimento stimato di circa 1,35 miliardi di euro, per applicazioni militari e civili.

La collaborazione pubblico-privato è parimenti essenziale, come evidenzia, ad esempio, Thales Alenia Space, che a gennaio del 2025 ha ottenuto un contratto da 862 milioni di euro dall’ESA per sviluppare il veicolo Argonaut, destinato al trasporto di carichi utili fino a 1,5 tonnellate sulla Luna entro il 2031.

Il 2024 ha segnato importanti passi avanti per l’ecosistema industriale italiano, con iniziative come la missione Axiom 3, che ha visto per la prima volta la partecipazione di imprese italiane a missioni commerciali verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), e il programma Space Factory 4.0, volto a creare una rete integrata di fabbriche di satelliti e a trasformare la filiera in una logica di servitizzazione.

 

Le startup italiane nella Space Economy

Nel 2024, la raccolta di investimenti per le startup nel settore ha raggiunto i 170 milioni di euro, trainata dal round di serie C da 150 milioni di euro della startup attiva nella logistica spaziale D-Orbit, al quale ha preso parte Neva SRG: la società di Venture Capital del Gruppo Intesa Sanpaolo controllata da Intesa Sanpaolo Innovation Center.

Sebbene gli investimenti in startup della Space Economy siano concentrati in round medi di 1,58 milioni, ciò rappresenta una solida base per stimolare l’innovazione e favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni di mercato in virtù di un gap meno marcato con i principali ecosistemi innovativi rispetto ad altri ambiti tecnologici.

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L’investimento di Neva SRG e Fondazione Compagnia di San Paolo in Galaxia

Neva SRG, tramite il proprio Fondo SEI (Sviluppo Ecosistemi di Innovazione, interamente sottoscritto da Intesa Sanpaolo Innovation Center), e Fondazione Compagnia di San Paolo, hanno concluso e annunciato il 7 aprile 2025 un investimento di 2,5 milioni di euro in Galaxia: il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico dell’Aerospazio.

Lanciato da CDP Venture Capital SGR e Obloo nel 2023 per dare un impulso concreto allo sviluppo di startup nate all’interno dei laboratori di ricerca specializzati nel settore aerospaziale, Galaxia vede la presenza di importanti università italiane tra cui il Politecnico di Torino, l’Università La Sapienza di Roma in qualità di promotori scientifici, coinvolgendo anche l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana come Advisor Tecnici.

Grazie a questo investimento, Galaxia, che ha quale obiettivo specifico investire in diversi ambiti dell’aerospazio (upstream, downstream, spin-in, spin-out e tecnologie abilitanti), ha completato il fund raising raggiungendo 30 milioni di euro.

La partnership tra Intesa Sanpaolo Innovation Center e Galaxia

Galaxia, ad oggi ha realizzato 16 investimenti PoC (Proof of Concept) e 16 investimenti seed per un totale di circa 18 milioni di euro. Intesa Sanpaolo Innovation Center partecipa all’iniziativa in qualità di partner, mettendo a disposizione competenze, risorse e network a supporto dell’identificazione e crescita delle realtà innovative, alle quali dà accesso alla propria rete di relazioni, oltre a condividere analisi e studi realizzati, e a metterle in contatto con i clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo attivi nel settore aerospaziale.

 

Il posizionamento di Torino nell’ecosistema aerospaziale globale

Torino si conferma un polo aerospaziale di rilievo mondiale ed europeo, con oltre 160 aziende attive e una significativa forza lavoro che conta più di 12.300 persone. La città ospita numerose iniziative istituzionali, congressi, progetti finanziati nell’ambito del PNRR, programmi di accelerazione per startup del settore e l’incubatore ESA BIC (Business incubation Center) Turi, gestito da I3P e parte del network di incubatori dell’Agenzia Spaziale Europea.

In questo ambito, a novembre del 2021 è stato siglato un Accordo di partnership quinquennale tra Intesa Sanpaolo e I3P, finalizzata a promuovere l’innovazione nel settore aerospaziale e a sostenere la crescita delle imprese della New Space Economy incubate in ESA BIC.

 

Il programma di accelerazione Up2Stars per le startup del settore aerospaziale

Un ulteriore motore per l’innovazione italiana è rappresentato dal programma Up2Stars, un’iniziativa di accelerazione e valorizzazione delle startup ad alto potenziale, realizzata da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center e supportata dalla piattaforma di innovazione Gellify.

Attraverso il verticale Aerospace, Up2Stars ha selezionato e accompagnato la crescita di dieci startup attive nella Space Industry, offrendo loro mentorship, accesso a capitali, connessioni strategiche e supporto allo sviluppo del business.